Sulle tracce degli antichi romani
Ciao! Sono il soldato Marco Quinto Druso e sto raggiungendo la legione dell’imperatore accampata presso Brixia (Brescia). Vuoi accompagnarmi per un breve tratto del cammino? Percorrerai la strada che seguivano gli antichi romani per spostarsi tra le città di Tridentum (Trento) e Brixia. La Valle dei Laghi ricopriva un ruolo molto importante grazie alla strategica posizione per il commercio ed il passaggio delle persone attraverso il lago Benaco (Garda).
Durante il tragitto visiteremo la chiesa ed il capitello della Madonna Assunta, vedremo l’unica fonte romana presente in Trentino, riposeremo in una misteriosa caverna, ammireremo il trono dell’imperatrice Giulia Avita Mamea e cercheremo delle antiche iscrizioni rupestri.
Sei pronto ad entrare nella macchina del tempo? Ti piacerebbe indossare le armature luccicanti dei romani e giurare fedeltà assoluta verso l’imperatore?
Bene, stringi saldamente nella tua mano il gladio (la spada), afferra il pesante scudo, seguimi!



LE TAPPE LUNGO IL SENTIERO
Chiesa della Madonna Assunta

Tappa 1
Sono un pagano convertito al cristianesimo ed ora, grazie all’editto di Costantino del 313 d.C., posso dichiarare pubblicamente la mia confessione religiosa. Questa legge stabilisce il cristianesimo come culto di stato e condanna il paganesimo. Nei primi secoli dopo la venuta di Cristo, noi cristiani siamo stati a lungo perseguitati poiché non invocavamo più le divinità romane però ora, fortunatamente, l'imperatore Costantino ha invertito la situazione.
Quindi, prima di intraprendere il nostro cammino, mi fermerò in chiesa per dire una piccola preghiera. Ti dispiace aspettare?
La chiesa della Madonna Assunta è interessante sotto il profilo artistico. La sua costruzione è recente in quanto, alla fine del Settecento, ha sostituito una struttura non più in grado di ospitare tutti i fedeli.
Nonostante il tardo rifacimento, rimani colpito dal gioco delle luci creato dall'alternanza degli spazi scanditi dal portale, dalle nicchie e dall'ampiezza dell’aula policroma e scenografica. Inoltre puoi ammirare il ciclo di affreschi di Valentino Rovisi, un artista di Moena, rappresentanti l’Assunzione di Maria, i “dottori” della Chiesa ed il martirio di alcuni santi. Il suo tratto è piuttosto marcato e presenta un notevole realismo ma, al tempo stesso, rinforza l’equilibrio compositivo.


La fonte romana




Tappa 2
Vedi quella strana costruzione? È una fonte romana, unica in tutto il Trentino. La fonte romana è la struttura dove si raccoglie, in una vasca in pietra, l’acqua di una sorgente perenne che sgorga direttamente da una falda. Si può entrarvi percorrendo una gradinata in parte sommersa nei periodi di abbondanti precipitazioni.
È retta da un arco a tutto sesto che, avvalendosi delle conoscenze edilizie apprese dagli etruschi, crea uno spazio molto suggestivo.
È stata costruita principalmente per risolvere il problema dell’assenza di corsi d’acqua in questo territorio.
Io ho riempito d’acqua la mia borraccia e sono pronto a partire. E tu?


Il capitello dell'Assunta

Tappa 3
Sono vissuto qualche secolo prima rispetto alla costruzione del capitello dedicato alla Madonna Assunta però posso raccontarti la sua storia.
Questo luogo sacro è stato costruito nel 1923 per assolvere i voti (ovvero i giuramenti) recitati dai migranti di Cavedine per ottenere la protezione divina durante il viaggio verso l’America, tra la fine XIX e l’inizio XX secolo.
Il tragitto era estremamente rischioso poiché dovevano affrontare le pericolose tempeste atlantiche, stipati nei ventri delle navi, e la difficile ricerca di lavoro. I soldi che guadagnavano, chiamati “rimesse”, li inviavano ai loro famigliari rimasti a casa per aiutarli a sopravvivere. Inoltre, parte dei dollari ottenuti in America li impiegarono, al loro ritorno, nell’edificazione di questo capitello.
Prova a domandare ai tuoi nonni se i loro antenati sono emigrati nel Nuovo Mondo. Potresti scoprire delle storie e delle vicende molto interessanti!


La Cosina

Tappa 4
Il sole è oramai scomparso all'orizzonte e quindi è necessario cercare un riparo per la notte. Come sarà quell'anfratto misterioso nella roccia? Potrò dormirvi al suo interno?
Questa cavità naturale nella roccia calcarea, scoperta dal parroco di Madruzzo nel 1912, venne utilizzata come luogo di sepoltura tra la fine dell’età del Rame e l’età del Bronzo antico (fine III- inizio II millennio a.C.) dalle popolazioni che vivevano nel territorio di Cavedine. La sua lunghezza interna è di 4 metri e possiede una forma triangolare con la base all'entrata. Sapevi che questo genere di sepolture funebri era molto frequente all'epoca? E che si tendeva a proteggere il defunto nascondendolo nelle grotte o sotto cumuli di pietre?
Infatti sono stati rinvenuti al suo interno i resti di 5-9 persone, vasellame ceramico, utensili in selce (fra cui un pugnale), residui animali di banchetti funebri oppure di offerte al defunto.
Nei periodi successivi la grotta venne sfruttata dai pastori sia per ripararsi dalle intemperie sia per accendere un fuocherello all'entrata per scaldarsi o cucinare un pasto. Il nome della cavità “la Cosina” deve la sua origine esattamente a quest’ultimo uso.
È il luogo perfetto in cui dormire prima di riprendere il cammino. Vuoi schiacciare un pisolino anche tu?
La "Carega del diaol" o trono della regina


Tappa 5

Ho trascorso la notte benissimo. Nessuno ha disturbato il sonno ed ho cucinato il mio pasto. Ora però è tempo di riprendere il cammino per raggiungere l’imperatore.
Che bello! C’è un prato che mi rammenta le descrizioni dei campi Elisi. Ne hai mai sentito parlare? Equivalgono al Paradiso per gli antichi greci e romani ed erano destinati a chi era stato particolarmente amato dagli dei.
Vedi quei massi adagiati dolcemente sul prato? La loro forma ricorda quella di una sedia, vero? Alcuni studiosi pensano che fosse il luogo in cui si riunivano gli ultimi pagani per adorare le divinità; da questa credenza deriva il toponimo “Carega del Diaol”.
Invece, ora ti racconto una leggenda che tramandano gli anziani di Cavedine ai loro nipoti. Si narra che quelle pietre abbiano ospitato l’imperatrice romana Giulia Avita Mamea di ritorno dalla Germania con la salma dell’amato figlio Alessandro Severo, ucciso nel 235 d.C.!
L’imperatore si era recato a Magonza per stringere un trattato di pace con le popolazioni germaniche però l’esercito, non soddisfatto della sua scelta, si ribellò e lo uccise per impedire l’accordo con i nemici.
In realtà sia la leggenda che l’ipotesi non rispecchiano la verità.
Il trono racchiude un segreto ancora più dolce ed al tempo stesso triste. È il sepolcro innalzato da un marito estremamente innamorato in onore della moglie Liberta e dei Mani, le anime dei defunti. È stata incisa appositamente un’iscrizione che recita DI(S) M(ANIBUS) PLIAMNUS TERTI M/ANDILONIS F(ILIUS) ET P(RIMAE) LIBERTAE UX(ORI), ovvero “La fece fare Publio Liamono figlio di Marco Andicolone in onore dei Mani per sé e per la moglie Liberta”.

Le tracce rupestri

Tappa 6
Ora prova a prestare un po’ d’attenzione ed osserva accuratamente le lastre di roccia poste lungo il sentiero. Le vedi? Ci sono delle iscrizioni rupestri poco distinguibili. Rappresentano semplici incisioni, coppelle, croci ed impronte di mani. Non si è ancora certi della loro datazione, ovvero quando siano stati effettivamente incisi, però costituiscono un’ulteriore testimonianza della presenza umana sul territorio di Cavedine. Solitamente, quando si pensa ai graffiti, si ricordano quasi esclusivamente quelli scolpiti dagli uomini primitivi. Invece, ne sono stati tracciati anche in altre differenti epoche. Sono molto noti quelli incisi nella cittadina di Pompei nel periodo romano oppure quelli dei cristiani disegnati nelle catacombe.
Sai cosa sono le catacombe?
Erano delle aree sotterranee utilizzate nell’antichità per seppellire i propri cari. Durante le persecuzioni, i cristiani si rifugiavano in questi luoghi per svolgere le celebrazioni religiose, per nascondersi e per inumare i defunti. In questi luoghi sono state lasciate delle tracce del loro passaggio mediante graffiti, incisioni o piccoli affreschi.



Il breve tratto di cammino che dovevamo percorrere assieme è terminato. Mi dispiace ma ora devo salutarti per raggiungere l’imperatore. Spero che ti sia divertito e che abbia imparato molte nuove storie sugli antichi romani. A presto!